SCAMPIS/HISCAMPIS: CONTRIBUTO AGLI STUDI SULLA FORTIFICAZIONE E LA PIANTA URBANA

Prof.ssa Dott.ssa Marinella Pasquinucci
Docente in Topografia Antica presso l'Università di Pisa
Dott.ssa Simonetta Menchelli
Dott.ssa Valerie Benvenuti

La città romana denominata dalle fonti Scampis/Scampa/MansioHiscampis, oggi Elbasan, fu un centro strategicamente rilevante ubicato nella valle del ? ume Shkumbin, in prossimità dello sbocco della gola valliva e lungo un antichissimo tracciato che venne sostanzialmente ricalcato dalla via Egnatia, aperta nel 146 a.C.. I segmenti della via Egnatia da Durazzo e da Apollonia confluivano ad occidente della città in un unico tracciato, che costituì il principale asse Est-Ovest (“decumanus maximus”) dell’impianto urbanistico romano pianificato a cavallo di esso,L’abitato venne protetto da una cinta fortificata con perimetro rettangolare (m 308 E-W per 348 N-S), conservata per buona parte del circuito; essa ebbe un importante ruolo militare ma anche ideologico in quanto “paesaggio del potere” romano (III-IV sec. d.C.), bizantino ( VI sec. d.C.) e ottomano (XV sec.). Per la tecnica edilizia e l’articolazione strutturale (presenza di torrioni angolari “a ventaglio”, di torri “ad U” e di porte urbiche difese da torri), la cinta si può datare al III-IV sec. d.C.: tale tipologia difensiva è collegata all’evoluzione dell’artiglieria e in particolare all’introduzione, prima della metà del IV sec. d.C., di una catapulta per lanciare pietre, ad un braccio, di dimensioni molto più grandi rispetto alle ballistae tipiche dei secoli precedenti, che lanciavano frecce o pietre. Questa tipologia di torrioni esterni “ad U” e varie forme di ventaglio, a forte proiezione, si riscontra soprattutto nelle regioni del Basso Danubio e in Oriente, aree nelle quali l’esercito romano aveva peculiari necessità di difesa. La tessitura muraria (opus mixtum) di III-IV sec. d. C. è conservata nella parte inferiore della cinta per un’altezza massima di 3 metri e costituisce la base dell’intero circuito murario. Il paramento è caratterizzato dalla presenza di quattro ? lari di laterizi legati con malta (altezza totale 30 cm = circa 1 piede romano). I ricorsi in laterizio sono estesi all’intero spessore del muro. I laterizi misurano cm 36 x 24 x 4/5. Della fase di età bizantina (VI sec. d.C.) sono conservate soltanto alcune tracce sui muri Sud ed Ovest. Si tratta di interventi di restauro caratterizzati da ricorsi di tre laterizi che si distinguono da quelli della cortina di IV sec. d.C. per le dimensioni e per la presenza di bolli con simboli cristologici e a forma di delfino. La ricostruzione della cittadella fu realizzata nel 1466 per volontà del sultano Mehmet II : le mura dovevano essere adattate alle nuove esigenze sorte a seguito dell’introduzione delle armi da fuoco. La cortina fu realizzata utilizzando laterizi prelevati dai paramenti delle epoche precedenti e gettati confusamente nell’opera cementizia. Nel 1832 Reshid Ahmed Pascià fece smantellare parte della fortezza; questa fu poi gravemente danneggiata da un terremoto nel 1920 e dalla continua spoliazione da parte degli abitanti della cittadella, che ne prelevavano pietre e mattoni. Negli anni 1970-80 le mura di Elbasan furono oggetto di sistematici lavori di restauro, grazie ai quali la cinta muraria ha potuto recuperare almeno in parte le sue imponenti forme. Per quanto concerne l’impianto urbano romano, alcune modularità individuabili nell’attuale tessuto viario potrebbero conservarne traccia. Analogamente, qualche asse stradale e con? ne di proprietà potrebbero evocare una via pomeriale e un segmento del “kardo maximus”(quest’ultimo nella porzione meridionale dell’abitato e sull’asse della porta “del Mercato”). Ma, ovviamente, per studiare la topografia urbana del sito antico è indispensabile poter disporre di una carta archeologica di Elbasan sulla quale siano georeferenziati tutti i rinvenimenti archeologici noti.

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