LA KALA' DI ELBASAN, RECUPERO E SVILUPPO DI CULTURE COSTRUTTIVE
Prof. Arch. Saverio Mecca
Docente in Urbanistica presso l'Università di Firenze
Dott.ssa Ing. Luisa Rovero
Prof. Ugo Tonietti
Docenti in Costruzioni presso l'Università di Firenze
saverio.mecca@taed.unifi.it
luisa.rovero@unifi.it
u.tonietti@unifi.it
La Kalà di Elbasan racchiude nel perimetro limitato della sua cinta muraria una storia di grande complessità: la stratificazione di edificato romano, bizantino, quindi ottomano ed infine contemporaneo esprime pur con un forte carattere locale il processo di ibridazione di culture sviluppate e veicolate lungo il tragitto della via Ignazia. Al succedersi e sovrapporsi di culture corrisponde necessariamente una declinazione degli aspetti tecnologici e strutturali secondo le specifiche tradizioni costruttive al momento dominanti. Il contesto di Elbasan è caratterizzato da presenza di materiali lapidei in grande quantità e dalla abbondanza di legname. Un’osservazione accurata delle abitazioni ancora integre all’interno della Kalà rivela una continuità culturale nel modo di realizzare le murature portanti (sia delle cinte murarie che delle case) in relazione ai materiali a disposizione. La costruzione tipica della cittadella è un’abitazione a due piani, inserita in uno spazio aperto di pertinenza recintato. Il piano terreno è quasi sempre realizzato in muratura di pietra di discreto spessore elevato superiore ai 50 cm, tenuta insieme da un impasto argilloso povero di legante. Il piano secondo offre invece un salto forte di tecnica esecutiva: esso è di spessore e peso ridotti, quasi sempre realizzato in mattoni e legno (o terra e legno). La tecnica costruttiva nella Kalà di Elbasan è caratterizzata dall’originale soluzione adottata per la realizzazione della struttura del muro, soluzione integralmente basata sulla ricerca di monoliticità (diffusa nelle murature più antiche dell’edificato ottomano e successivamente divenuta tradizione costruttiva).L’originalità dei maestri muratori in Elbasan, forse aiutata da soluzioni affermatesi in area ottomana, consiste nell’utilizzazione di una gabbia di regoli lignei, anche di modesta sezione, per “dar forma” alla disposizione quasi caotica delle pietre. Le murature sono state analizzate sia sul piano costruttivo che della qualità dei materiali sia delle pietre che delle malte; in particolare i campioni di malta prelevati sono stati sottoposti ad analisi diffrattometrica (XRD), presso il l’Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del CNR di Firenze.
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